Autobiografia e motivazione

Le potenzialità dell’approccio autobiografico nella didattica e nella formazione dei docenti si rivelano sempre prolifiche.

Recentemente ho recuperato l’approccio autobiografico, occupandomi della progettazione e conduzione del corso In-successo formativo per la formazione dei docenti, nell’ambito dell’azione prioritaria prevista dal MIUR, per il triennio 2016-19, ovvero: competenze per una scuola inclusiva, coesione sociale e prevenzione del disagio. Continua a leggere

La relazione fra sostegno e curricolare 4.4

Reciprocità. Ciò che torna.

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Ecco una caratteristica che possiamo ritrovare nelle relazioni più evolute fra insegnante di sostegno e quello della disciplina. Perché tale relazione sia funzionale all’inclusione, verificatane la compatibilità, lavorando insieme sulla consapevolezza della complementarietà delle proprie funzioni, si potrebbe attivare fra i due insegnanti la reciprocità.

I risvolti operativi di tale concetto sono straordinari: immaginate due insegnanti che agiscano nella stessa classe scambiandosi reciprocamente dei “doni”, più o meno metaforicamente. Quale valenza educativa per gli allievi che osservano, interiorizzano un modello di relazione fra adulti inconsueta e conveniente per entrambi?

Per compenderne la portata, faccio riferimento ad una definizione ricca di spunti pedagogici che si può leggere per intero al link: unaparolaalgiorno.

Si legge l’origine della parola: «dal latino, composto di “recus” indietro e “procus” avanti. Ciò che torna. L’autoreferenzialità pare sempre una sicurezza. Quando si è dei solidi singoli autoverticali sporgersi verso gli altri sembra una perdita di stabilità».

Quante volte noi insegnanti abbiamo bisogno di porci di fronte a classi sempre più complesse, come dei solidi singoli verticali, quasi a compensare le incertezze e le criticità? Ecco, che l’altro insegnante potrebbe essere percepito come potenziale pericolo della stabilità e, persino, l’atto di sporgersi verso l’altro, l’alunno, può spaventare.

Come modificare questo irrigidimento, che ci causa, più o meno consapevolmente, malessere? Cominciando dal prendere coscienza che in una realtà sociale complessa, in continuo divenire, senza certezze, il ruolo dell’insegnante (e dell’uomo, oserei dire) è sempre più delicato e richiede un cambio di prospettiva: «per quanto un filo possa essere resistente, le sue capacità sono nulla di fronte a quelle del tessuto».

Cominciamo a percepire il collega come un altro filo e noi stessi come parte dello stesso tessuto. Se ciò ci sembra troppo ideale, partiamo dal concreto. Continua a leggere

La relazione fra sostegno e curricolare 3.4

Complementarietà. Ciò che si completa.

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La consapevolezza di essere complementari, dopo averne verificato la compatibilità, rende la relazione fra insegnante di sostegno e insegnante della disciplina operativamente funzionale all’inclusione. Continua a leggere

La relazione fra sostegno e curricolare 2.4

Compatibilità. Ciò che si accorda.

Mi piace questa definizione di compatibile e, direi, che fra le attitudini su cui un insegnante di sostegno dovrebbe lavorare con particolare dedizione vi è proprio la disponibità ad “accordarsi”. L’accordo, mi evoca quel fenomeno fisico di cui possiamo godere nell’ascoltare un brano musicale.
Compatibilità Continua a leggere